Allattare in tandem

Posted: 8 Ottobre 2012

“Woman stooping towards numeorus children” – G.Vigeland Photo di Sketchy

Oggi finisce la Settimana mondiale dell’Allattamento Materno e io colgo l’occasione per parlare di nuovo di allattamento. Questa volta dell’allattamento in tandem.

Allattare in tandem (LLL) significa allattare due fratelli di età diversa. Il neonato e il fratellino più grande.

Quando una donna che sta allattando rimane incinta si sente spesso dire, se ancora sta allattando che deve smettere perché rischia di perdere il bambino. Come molte altre credenze spesso supportate da professionisti anche questa non è vera. Allattare in gravidanza, se non ci sono problemi, si può fare. Ma è una scelta “fisiologica”? Segue la natura?

Questa discussione l’ho già affrontata un anno fa nel forum PartoNaturale. In questo periodo avevo appena saputo di essere incinta e stavo ancora allattando Febe. La gravidanza procedeva regolare, avevo “riserve”  che mi consentivano oltre ogni dubbio di fornire energie sia ad un bimbo in utero che per la mia bimba grande e quindi il problema in questi termini non si poneva. Però…

Però a me dava fastidio, dolore fisico perché i capezzoli in gravidanza sono più sensibili eppoi provavo l’istinto di allontanare Febe quando si avvicinava. Le poppate erano ormai ridotte all’osso e così ho aprofittato per eliminarle del tutto con l’aiuto del papà che ha iniziato portandola la sera a dormire con un biberon di latte caldo.

La settimana in cui Febe ha compiuto due anni (ero alla fine del terzo mese) ho avuto una gastroenterite che mi ha devastata: per tre giorni non riuscivo a mandare giù nemmeno una goccia di acqua. Ho perso 4 chili. E ho tolto a Febe le ultime poppate rimaste, quelle notturne. Quando mi sono ripresa ho pensato che ormai il peggio era fatto e quindi ho tenuto duro e le ho promesso che avrebbe potuto ciucciare ancora quando “il suo Bimbo” sarebbe nato.

Lei ha passato i mesi di attesa decidendo quale tetta sarebbe stata sua e quale del fratello… io tremando all’idea di averli attaccati entrambi, qualcosa in questo non mi piaceva… L’ostetrica mi aveva rassicurata: difficilmente un bambino così grande si riattacca se è da qualche mese che non ciuccia, l’allattamento in tandem funziona quando non viene interrotto in gravidanza.

Ma il giorno in cui Samuel è nato la piccoletta ha iniziato a chiedermi se poteva ciucciare la tetta…quando ancora non avevo espulso la placenta! Le ho chiesto di aspettare ancora un po’ perché mi faceva ancora male e dopo qualche giorno l’ho lasciata fare. Lei è arrivata tutta entusiasta, ha appoggiato la bocca al capezzolo e… si è messa a ridere! L’ha rifatto un po’ di volte, sembrava che già avesse dimenticato come si fa! Le ho spremuto fuori qualche goccia di latte che lei ha leccato, ma non le è piaciuto molto… Si sono ripetuti episodi simili per un paio di mesi, ora invece non me lo chiede più.

Dopo aver raccontato la mia esperienza vorrei fare alcune riflessioni che ho fatto prima e durante queste fasi. A giudicare da molti fattori (dolore ai capezzoli, calo del latte, cambiamenti nel sapore) sembra che la natura ci programmi per far sì che l’allattamento in tandem non avvenga. Infatti molto spesso i bambini rifiutano da soli il seno quando inizia una nuova gravidanza. Anche mio papà l’ha fatto, raccontava mia nonna, quando aveva più di due anni e lei è rimasta incinta di mia zia!

Ma anche dal punto di vista psicologico scatta spesso qualcosa. Altre mamme oltre a me hanno “confessato” di provare fastidio nell’allattare durante la gravidanza, di sentire il desiderio fortissimo di allontanare il bimbo… Io credo che anche questo sia dettato da meccanismi fisici/ormonali che richiamano la madre all’ordine, a pensare al nascituro prima di tutto.

Allora l’allattamento in tandem è dettato più che altro da fattori culturali? Probabilmente sì. Almeno, secondo me sì. Questo non significa che quindi è sbagliato, anzi, a me fanno tenerezza le foto di fratelli attaccati entrambi al seno, credo siano momenti molto belli per loro. Ma penso anche che una madre che non porta avanti questa scelta non debba sentirsi in colpa, credo che se sente il desiderio di interrompere l’allattamento lo debba assecondare senza sentirsi una cattiva madre…

Ci sono molti modi per non far sentire rifiutato un bimbo dopo la nascita del fratellino, anche quello di fargli provare quando chiede di ciucciare. Difficilmente queste richieste diventeranno insistenti se assecondate. E poi ci si può far aiutare nella gestione del neonato, Febe è sempre stata una valletta tuttofare!

Un ultimo punto: il neonato e i suoi diritti. Nella scelta definitiva sul da farsi, quella razionale, per me ha pesato molto il pensiero che Febe aveva avuto la sua amata tetta tutta per sè per due anni interi, Tabita per un anno e Luca anche. Mi sembrava giusto che questo diritto spettasse anche a Samuel!

E non si tratta solo di una cosa così, di un discorso di principio. I primi tempi dopo la nascita di un bambino possono essere stressanti, l’allattamento di un neonato può essere sfibrante, quando ci sono altri bambini in casa ci vuole un po’ perché si ripristino gli equilibri. Credo che nel momento dell’allattamento il neonato debba avere la mamma tutta per sè e penso anche che la mamma nelle pause tra una poppata e l’altra dell’ultimo arrivato abbia il diritto/dovere di riposare un po’!

Ci tengo a precisare che questo mio articolo non è una critica a chi allatta i suoi figli in tandem. Voglio solo riflettere sul fatto che forse non si tratta di una scelta “naturale” quanto semmai culturale e rassicurare quindi quelle donne che per istinto dicono no e scelgono di interrompere l’allattamento.

 

10 Comments

  • Viola 8 Ottobre 2012 at 08:44

    Che bell’articolo…mi identifico molto con le tue riflessioni. personalmente ho avuto la fortuna che la mia bimba “grande” ha scelto da sola quando dire addio alla tetta (io avrei continuato ancora un pò!) e quindi non ho avuto problemi quando sono rimasta incinta della seconda. Sono però d’accordo nel seguire il proprio istinto…spesso ne sa più di mille teorie!!! Ciao e buona giornata!

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  • Solidea Zoe 9 Ottobre 2012 at 00:57

    D’accordo in tutto Tiz. Io che ho allattato in tandem per ben due anni… ricordo quando sono rimasta incinta di Zoe. Veronica aveva un anno e mi sentivo in colpa a toglierle la tetta. Una consulente della lega del latte mi disse che tanto si sarebbe svezzata da sola durante la gravidanza..e invece niente. Devo dire che per me , si è stato un pò fastidioso ma molto sopportabile, al punto di dimenticarmi e godermi i momenti insieme, e poi in tandem Veronica si è rivelata una salvezza: Zoe ha sempre “ciucciato” poco e spesso così le mie “tette” erano super stimolate, con Veronica che spazzolava subito dopo ho sempre trovato l’equilibrio, quindi niente dolori e soprattutto rischi di ingorghi o ancora peggio mastiti.. Ora mi ritrovo di nuovo ad allattare in gravidanza. Ho scelto di ridurre moltissimo (quasi nulla) le poppate spiegando a Zoe che mi sento un pò stanca… lei alle volte le rifiuta ma preferisce metterci una mano sopra per prendere sonno..alle volte le cerca ma ci rimane attaccata solo pochi secondi..insomma lascio un pò come viene.. Non so come sarà quando nascerà Viola..probabilmente sarà la volta buona che si stacca del tutto perché ripete sempre che “lei è grande”. E in questo caso sarà sicuramente più facile visto che avrà quasi tre anni…
    Trovo che ognuna debba avere la libertà di ascoltarsi e di non sposare delle ideologie (come quella del portare per esempio) per non sentirsi una cattiva madre o peggio sentirsi fallita. Credo che essere se stesse con tutto l’amore per i propri figli sia il messaggio più positivo che ad essi si possa trasmettere…..

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  • Konstantina 10 Ottobre 2012 at 01:01

    Io invece volevo tanto allattare in tandem. Quando sono rimasta incinta, Leonardo aveva 14 mesi e allattava 2-3 volte al giorno, mai di notte, per cui mi semrbava abbastanza fattibile come cosa. Poi purtroppo l’abbiamo perso il bambino e intanto Leonardo a 20 mesi ha deciso di non allattare più. E’ ancora un grande amante delle tette:) Le vuole sempre toccare, le cerca sempre, ogni tanto da’ una ciucciatina di 1 secondo per ogni parte, ma niente allattamento vero e proprio. A me dava sicurezza sapere che potevo allattarlo ancora dopo l’arrivo di un frattellino/sorellina. Pensavo di poter risolvere tutti i problemi che sorgono in quel caso con una bella ciucciatina…non so, tipo “allatta che ti passa” 😀

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  • Gloria 11 Ottobre 2012 at 23:45

    Io ho smesso di allattare Vera ben prima dell’arrivo di Enrico. Però, come suggerisce Tiz, nel momento in cui lei mi ha chiesto di provare l’ho invitata a farlo. Lei si è avvicinata a me felice ma non ha neppure provato. Le era bastato sapere che poteva farlo anche lei e che non era esclusa per essere soddisfatta.
    Un giorno poi ha assaggiato il mio latte da un bicchierino e mi ha confessato che non le piaceva più.
    E per finire, con tutto il rispetto per chi ha fatto il tandem, anche per me sarebbe stata una cosa impraticabile. Se penso al primo periodo dopo la nascita di Enrico credo che se avessi dovuto allattare anche Vera mi sarebbe preso un esaurimento! Ma vale per me. 🙂

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  • Patetica 15 Ottobre 2012 at 22:18

    ma dai sei davvero patetica con questi post…

    solo perchè tu hai fatto questa scelta deve passare come cosa non fisiologica… ma dai ….ma cresci un pò

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    • Tiz 15 Ottobre 2012 at 23:07

      Ciao Patetica (potevi scegliere un altro nome!), forse non hai letto bene il mio post… io non ho affatto detto che di sicuro l’allattamento in tandem non è fisiologico, ho posto la questione come una domanda, un dubbio che penso sia lecito. Questo per innescare una discussione che credo faccia sempre bene… ma non certo con i tuoi toni 🙂 Tu puoi benissimo non essere d’accordo con me e mi piacerbbe molto che ne esponessi le motivazioni: i dibattiti fanno crescere sempre un po’, cosa che non mi dispiace affatto!

      Cito dal sito della Leache League (il link che ho messo all’inizio dell’articolo): “Le madri possono anche lamentare dei disturbi fisici in risposta alla loro gravidanza, come dolore ai seni o ai capezzoli, che influiscono sulla loro decisione a continuare l’allattamento. Sentimenti d’inquietudine o reazioni negative verso il bambino più grande possono sorprendere le mamme. In questi casi, saranno interessate a sapere che secondo alcune teorie scientifiche esiste un impulso naturale biologico che favorisce l’interruzione dell’allattamento durante la gravidanza. “

      Se hai voglia di tornare e iniziare il dibattito io sono qui 🙂

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  • Claudia Klaus 21 Ottobre 2012 at 22:21

    Buonasera a tutte. Ho scoperto questo blog in un momento di “sconforto”e ne sono molto felice. Sono all’inizio del 5 mese di gravidanza, e sto allattando un bimbo di quasi tredici mesi. All’inizio avevo l’idea dell’allattamento in tandem, perchè non ho avuto particolari problemi a proseguire l’allattamento in gravidanza e anche perchè il mio piccolo non ha mai accettato ne biberon ne ciuccio dalla nascita, malgrado i miei costanti e QUOTIDIANI tentativi con vari dispositivi e i metodi (avevo allattato il fratello, mio figlio grande, che ha quasi 14 anni sino a 13 mesi, ma accettava ciuccio e biberon di buon grado quindi fisiologicamente piano piano la tetta era passata in secondo piano e pian piano l’allattamento si è concluso in maniera indolore per entrambi). Quindi Elliot (13 mesi) ha sempre utilizzato la tetta come ciuccio, altrochè, e questo a volte è piuttosto complicato, Ho però fatto recentemente l’amniocentesi e nel giro di un paio di giorni dall’esame il latte è drasticamente diminuito, facendo “infuriare” Elliot che ha cominciato, soprattutto durante il sonno notturno (lui dorme nel lettone a portata di tetta, anche se a questo punto non vorrei più) a morsicare, graffiare e tirare il capezzolo con la bocca in tutti i modi per fare uscire qualcosa. A parte l’ipersensibilità della gravidanza, mi ha fatto patire le pene dell’inferno in tre nottate da dimenticare. Al chè ho deciso di provare ad allontanarlo dal seno con vari metodi. Ma lui è un bimbo caparbio da sempre, e non se n’è fatto una ragione. Confidavo nel fatto che la natura facesse il suo corso, tipo “la tetta non funziona più non la voglio più”. e invece no. Lui continua e insiste e si dispera quando gliela nego e cerchiamo di distrarlo e consolarlo diversamente. In queste nottate tremende sono apparse in me quelle incredibili sensazioni di fastidio e rifiuto che mai avevo provato (non mi hanno spaventato ma hanno reso la cosa insostenibile). Ora non so che fare. Ho provato a tranquillizzarmi e ad offrirgli il seno (dolorante) per farlo dormire stasera e dominando la mia sensazione di rifiuto , cercando di essere serena si è addormentato velocemente, anche senza fuoriuscita di latte. Ma non so bene come reggere e non so bene che fare, E non so come affronterei un nuovo allattamento alla nascita dell’ultimo piccolino, se ne provengo da sensazioni simili. Un ultimo dato che può essere utile: io e mio marito non abbiamo famiglia, quindi mi sono presa cura quasi esclusivamente di Elliot nell’ultimo anno, anche se accetta di buon grado uscite sporadiche con babysitter e mie amiche che mi aiutano un’ora ogni tanto, senza angoscia di separazione. Pretende la tetta immediata come mi rivede. Ed è la risposta a qualsiasi suo bisogno. Con il mio primo figlio, laddove le cose si erano svolte da manuale (o meglio, come io intendevo si svoglessero, pensavo che la tetta usata come ciuccio fosse una problematica di dipendenza della madre verso il figlio – ero giovane e saccente, heheheh – e sono stata smentita brutalmente dalla diversità di carattere e di esigenze di Elliot). Se vi viene in mente qualcosa, sono tutta orecchi. Qualsiasi spunto è utile per farmi ragionare.
    E…..mi è stato di enorme sollievo potermi sfogare. Un abbraccio
    Claudia

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    • Tiz 23 Ottobre 2012 at 00:24

      Scusa Claudia se non ho risposto subito… il tuo commento meritava un po’ di riflessione. E probabilmente l’aiuto di qualcuna più esperta di me. Hai provato a contattare la LeacheLeague? No, non è un controsenso, le consulenti sono formate anche per aiutare le donne che vogliono smettere di allattare in modo che questo avvenga nel migliore dei modi. So che purtroppo spesso si trovano delle integraliste che non hanno ben capito qual’è il loro ruolo… ma puoi sempre provare e poi, eventualmente riattaccare!
      Quello che posso fare io è tentare di capire in base solo al tuo commento e alla luce delle mie esperienze… Come hai scritto anche tu ogni bimbo ha esigenze diverse, ma oltre a questo ci siamo anche noi che ci relazioniamo con loro in maniera diversa. Immagino che con un bimbo così piccolo non sia facile “ragionare”. Quando ho rallentato le poppate di Febe lei aveva già 20 mesi, io non ne potevo più di averla attaccata di continuo, da qualche mesa pareva di nuovo una neonata… e io la evitavo perché appena mi vedeva voleva tetta… Quando mi sono resa conto di questo le ho detto che da quel giorno la tetta poteva averla mattina, mezzogiorno e sera… lei ha accettao senza fare una piega. Non so se fosse perché ha percepito la sicurezza che avevo nel dirle questo o se sia stata solo una botta di fortuna… comunque sembrava quasi che stesse aspettando da me una decisione, che fosse sollevata dal fatto che io le avessi messo dei limiti… Da quel giorno ci sono stati sì momenti di crisi (soprattutto per l’addormentamento pomeridiano che abbiamo risolto con grandissimi abbracci e le ninne-nanne…), ma nel complesso il nostro rapporto ne ha guadagnato perché abbiamo trovato altri modi per interagire e coccolarci.
      Non so se ti sono stata d’aiuto; credo che la prima cosa di cui hai bisogno sia di avere la certezza che stai facendo la cosa giusta: non sentirti in colpa, non sei una cattiva madre perché vivi quelle sensazioni… Tra i genitori che vivono l’esperienza bellissima dell’alto contatto uno degli scopi principali è quello di permettere ai bambini di accettare le loro emozioni, di non sentirsi sbagliati perché quello che sentono non è quello che gli altri si aspettano da loro… io credo che anche in questo il migliore insegnamento sia l’esempio!
      Un abbraccio e fammi sapere!

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  • Claudia Klaus 24 Ottobre 2012 at 14:56

    Cara Tiz ti ringrazio molto per la risposta (e il tempo che hai dedicato, malgrado tutto il resto della vita!), che ha provocato in me tre reazioni. La prima: mi è subito venuto da sorridere pensando a me che telefono a LLL (persone preparate e competenti, comunque) e strabuzzo gli occhi pensando “nonono” e riattacco subito senza salutare: avevo bisogno di sdrammatizzare la situazione! La seconda cosa è che, proprio ieri sono stata in reparto maternità ed ho parlato con varie ostetriche le quali mi hanno subito consilgiato di chiudere completamente l’accesso al seno. E di usare altri sistemi consolatori tout court (insomma un delirio programmato, da gestire). Leggendoti ieri sera mi hai fatto pensare alla dimensione senso/spiegazioni/negoziazioni, parlando dell’esperienza con la tua bimba. E qui ho capito che i metodi drastici non fanno per me. Con il mio bambino grande l’allattamento è finito gradatamente anche perchè avevo cominciato a percepire un suo blando disinteresse e c’erano ben altri modi in cui poteva compensare. Uno stacco così improvviso e brutalmente imposto invece,mi dà l’idea che diventi una brutta matrice per gli apprendimenti futuri e rovini comunque l’armonia tra me e il mio cucciolo (l’unico dubbio è essere in gravidanza, e a volte la stanchezza è parecchia). In tutto ciò, come terzo punto, il piccolo ieri con la sua caparbietà è riuscito a fare tornare il latte (o forse sono io che mi sono rilassata, ho rimesso nel giusto ordine il senso delle cose, anche grazie a quello che ho letto) e quindi sembra che il momento/crisi sia momentaneamente congelato. Forse, anzi quasi certamente è più facile inserire nuove strategie e “consolazioni” quando un bimbo è sereno piuttosto che quando è sotto stress. Quindi, dato che le mie sensazioni negative si sono ridimensionate (la natura è pazzesca 🙂 cerco di ricostruire un pochino di tranquillità con l’obbiettivo di rimettere un po’ d’ordine, se non concludere amorevolmente, l’allattamento prima della prossima nascita.

    Per il resto, Cara Tiz, ti ringrazio. Non mi dilungo in complimenti, ma ti dico solo che dato che sono al mio terzo prossimo bimbo ho spesso letto forum e siti di varia natura e genere, ma questa è la prima volta in cui mi è venuta voglia di scrivere e ho potuto apprezzare l’intelligenza e la naturalità di chi scrive (autrice e utenti).
    Un abbraccio e grazie.
    Claudia

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  • Phoebe 18 Febbraio 2013 at 05:42

    Ciao Tiz, grazie del post su questo argomento che attualmente mi riguarda da vicino.
    Io ho visto come naturale proseguire l’allattamento durante la mia seconda gravidanza (ancora in atto – sono al 6° mese), come una cosa che per istinto andava bene.
    C’è da dire che ho sempre allattato molto e che il mio primo figlio aveva 20 mesi quando è iniziata la gravidanza e presto ha diminuito la sua richiesta di tetta (questo può confermare la tua teoria). Ora lo allatto solo per la nanna (e poi dorme tutta la notte di filato) e per altre sporadiche richieste. I capezzoli ogni tanto mi danno fastidio e lui lo sa e può staccarsi senza troppe lamentele, quando glielo chiedo, ma non ho mai avuto il desiderio di non allattarlo più.
    Credo che ogni coppia mamma – bebè sia a sé e abbia il diritto di fare la propria scelta!
    Noi dobbiamo solo rispettare quello che gli altri scelgono per se stessi ed eventualmente offrire il nostro supporto se qualcuno sembra averne bisogno! =)

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