Domani è Halloween. Con un po’ di famiglie abbiamo deciso di affittare la casetta degli Alpini e festeggiare tutti insieme. L’anno scorso eravamo qui a casa nostra… sei famiglie, con almeno un figlio al seguito… un bel po’ di confusione, ma ne è valsa la pena.
Domani pomeriggio ci ritroveremo per addobbare la sala, la sera ognuno porterà qualcosa da mangiare e da bere, raccoglieremo un obolo per pagare l’affitto e faremo festa. Alcune famiglie, però, hanno declinato l’invito. Non è una festa “nostra” e preferiscono non partecipare. Li capisco perché la pensavo anch’io così fino a due anni fa…
A farmi cambiare idea non sono state grandi riflessioni, quanto piuttosto la bambina che è in me… così tante idee creative, la possibilità di mettersi in maschera, un fiorire di decorazioni, tutorial, ricette… non ce l’ho fatta, non sono riuscita a rinunciare a tutto questo e ho mandato a remengo i miei princìpi!
Quest’anno però ho avuto modo anche di rifletterci e di capire che non si tratta nemmeno solo di questo. Intanto ho scoperto che alcune delle tradizioni considerate “americanate” appartengono anche alla nostra cultura, nonostante siano state dimenticate. Penso, ad esempio a “Jack o’ Lantern”, la zucca intagliata. L’anno scorso mio papà è arrivato qui mentre noi ammiravamo l’intaglio che, per la prima volta Andrea aveva realizzato. Quando l’ha vista ha esclamato “Io le facevo con la faccia più cattiva!” Sono rimasta basita… “Tu facevi che?!? Quando?!?” E così ho scoperto che da bambino intagliava la zucca per metterla, la notte di Ognissanti, sul davanzale della finestra ad allontanare gli spiriti. Monti del veronese. E anche qui, ho saputo poi, nella pianura trevigiana si usava fare la stessa cosa…
E la settima scorsa, parlando con la zia di Andrea, ho realizzato un’altra cosa ancora: le nostre tradizioni evolvono, non siamo statici nella nostra cultura… e per fortuna direi! Quello che oggi è una novità sarà scontato domani e ignorare questi cambiamenti non li rallenterà, non li fermerà. La zia mi raccontava di quando da bambina voleva fare l’albero di Natale, ma suo padre lo aveva vietato: non appartiene alla nostra cultura… solo il presepe è il segno del Natale, l’albero no… in effetti si trattava, allora, di una tradizione “importata” dal Nord Europa. Ma oggi nessuno lo vede più come un simbolo che non appartiene alla nostra cultura.
I nostri figli vivono in un mondo molto più piccolo di quello in cui abbiamo vissuto noi alla loro età; il cambiamento tra la nostra generazione e quella dei nostri genitori è stato importante, ma quello che stiamo vivendo adesso lo è molto di più, le idee corrono da una parte all’altra del pianeta, internet ha annullato le distanze, ha abbassato le barriere e i confini, l’inglese alle elementari per noi era una “sperimentazione”, ora è fondamentale…
Quindi la mia conclusione è che possiamo fingere che Halloween non esista, che le tradizioni non cambino, che il mondo non stia diventando un unico grande Paese. Oppure possiamo decidere di cogliere l’occasione per avere una festa in più, per sederci coi nostri figli a tagliare pannolenci o a preparare dolcetti, per intagliare le zucche dell’orto, per trovarci con gli amici per una serata in compagnia…
5 Comments
Ciao, ho letto con molto interesse il tuo articolo e mi sono detta: “Finalmente qualcuno che la pensa come me!”.
Non vado in cerca di approvazioni ma mi ero un po’ stufata di sentirmi dire continuamente che Halloween è una festa che non ci appartiene, che ci fa dimenticare le nostre tradizioni, che la festa di Ognissanti e la commemorazione dei defunti passa in secondo piano in nome di questa festa importata basata sul consumismo.
Secondo me molti non hanno voglia di approfondire, di conoscere, di sapere, di trasmettere anche ai bambini che non è una festa poi così lontana da noi, che non è nata oltreoceano, che le sue origini sono legate alla fine del raccolto, al passaggio delle stagioni ecc….
Ok mi sono sfogata e grazie ancora per le tue riflessioni!
Catia
Anche a me è piaciuto questo tuo post e non avevo idea che in alcune regioni si intagliassero zucche ai tempi dei nostri nonni! E se posso aggiungere… è vero che siamo italiani e io sono molto legata alle tradizioni, specie quelle della zona in cui vivo, Romagna. Però il tempo passa e come hai scritto tu riguardo il Natale, tante usanze cambiano, si trasformano… Inoltre il fatto che sempre più stranieri abitino nelle case accanto alle nostre ci permette di conoscere nuove feste e questo mi pare un valore aggiunto.
Assolutamente d’accordo con te! Se poi pensiamo alle feste e ai simboli che noi “occidentali-cattolici” abbiamo portato all’estero, anche in paesi in cui la cultura era tutt’altra (e anche, diciamolo, anche con un pò di presunzione)…
Ho consciuto persone che per rivendicare i propri principi e le proprie idee non sapevano far altro che attaccare quelle altrui. Per sottolineare l’importanza della festa dei Santi l’unico modo che queste persone hanno trovato era disprezzare tutto quello che era zucche e scheletri… peccato che non è facendo così che le loro idee venivano apprezzate, anzi! Tutte le energie erano usate per criticare e non per spiegare.
🙂 grazie a tutte! Sono contenta di non essere sola!
Io credo che non sia difficile capire che il lato consumistico di ogni festa lo gestiamo noi… anche Natale può perdere il suo significato se lo limitiamo a regali costosi e addobbi alla moda… E, allo stesso modo, Halloween può essere una festa che di consumistico non ha nulla. Dipende sempre e solo da noi e da come decidiamo di vivere le cose.
anche il mio babbo da piccino faceva le zucche intagliate nel periodo di Ognissanti, in Toscana, campagna aretina.
Il tuo ragionamento è molto bello e mi piace molto…. io non adoro festeggiare in generale, ma con le bimbe qualcosa sta cambiando… alla scuola materna quest’anno i bimbi si sono vestiti da fantasmini e sono usciti nella piazza del paese… che tenerezza! e come erano tutti orgogliosi! i bambini ci aiutano a far tornare fuori il bimbo dentro di noi… ed è una cosa bellissima!!!